I generi

I generi

I GENERI, senza problemi

Non penso che i gialli vadano scritti in un certo modo, con determinate caratteristiche o strutture, e le storie d’amore in un altro, e quelle d’introspezione in altro ancora. Nessuno schema, al più qualche indicazione. La storia viene fuori per conto suo, con lo stile adatto e la sua struttura. Con il nostro modo di essere. Lo studio degli autori e la storia della letteratura ci importano fino a un certo punto. Un’opera piace o non piace. Non è il contenitore, ovvero il genere, ad attirarmi, ma il contenuto, ciò che sarò in grado di metterci dentro, al di là del tipo di storia.

Forse qualcuno ha preferenze. Riesce meglio in questo piuttosto che in quell’altro, i suoi interessi sono precisi. Va bene, ci mancherebbe. Anzi. L’unica cosa davvero importante è avere qualcosa che ha bisogno di venir fuori, di esplodere. Se non lo facciamo il rischio è che la scrittura, invece di essere per noi una forza, diviene un problema.

So di essere inattuale, nel momento in cui oggi i generi dominano il mercato, per cui esistono i gialli, il fantasy, l’introspettivo eccetera, ognuno per conto proprio. Leggo un po’ il tentativo, conscio o inconscio che sia, di uccidere la letteratura, che è la più vera e autentica forma di comunicazione. Scrivo perciò di quello che mi piace e, aldilà della storia di genere, la mia visione della vita, il mio io che ha trovato risposte e che è pronto a cambiare ancora.

Uno scrittore è in grado di scrivere di qualunque argomento, di qualunque genere. È la formazione che conta. Gli schemi non servono, distolgono la mente. La libertà della mente contiene l’originalità dello stile.

Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.


Continua il 2 dicembre


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