Elementi del romanzo (i particolari)

Elementi del romanzo (i particolari)

I PARTICOLARI, piccoli ma fanno la differenza

Se avete seguito bene, soprattutto gli interventi che nella pratica ogni volta facciamo sui racconti, avrete capito che costruiamo la nostra cattedrale mattone su mattone. I particolari sono alla base del metodo. Abbiamo visto quanto siano fondamentali per la costruzione di uno stile e di una bella scrittura. Avverbi, gerundi, verbi fraseologici, e poi tutta una serie di attenzioni. Abbiamo visto l’importanza di una virgola, di una sola parola usata piuttosto di un’altra. Siamo migliorati grazie a un lavoro su piccole cose, e non con discorsi sui massimi sistemi o su obblighi e divieti che arrivano dall’alto.

Adesso volevo parlarvi di altri particolari. Abbiamo lavorato prevalentemente sul racconto breve per i motivi che sappiamo, a me è sempre piaciuto ripetere lo slogan Chi sa scrivere il corto può scrivere qualsiasi pagina, anche le mille di un romanzo. Ci credo proprio, poi ho trovato l’imbarazzo di molti nel passare dal corto al racconto lungo o al romanzo.

Ho analizzato la situazione e ho capito che ancora tutto dipende dalle piccole cose. Abbiamo cioè imparato a fabbricare i mattoni, con gli ingredienti giusti, a metterli insieme per costruire la nostra casetta al mare, adesso costruiamo i grattacieli, se ne abbiamo voglia e capacità.

Non c’è niente di scontato, tranne che dovremo impegnarci dieci, cento volte di più. Partendo da dove? Dai particolari. Arricchiremo i nostri personaggi, ne inventeremo a ogni occorrenza, svilupperemo le descrizioni. Per conoscere noi stessi scaveremo nella psicologia, nell’animo, nel bello e nel torbido, e quando in una paginetta vedremo laggiù in fondo una finestrella la apriremo, sapendo bene che al di là troveremo un altro paesaggio.

Questo è lo scopo dello scrivere, aprire nuove visioni. Volete pubblicare libri e diventare famosi? Bravi. Se possibile, i miei collaboratori e io vi daremo una mano, ma questo corso, mi piacerebbe che lo capiste, vale di più. Vi ricordate del fine e del mezzo? Quando coincidono raggiungiamo idealità e risultati insieme. É importante a mio avviso una simile visione, tanto che ve la ripropongo più avanti. Dopo qualche lezione ci siamo accorti di scavare in noi come non avevamo mai fatto prima. Diceva quel filosofo, e con lui, prima e dopo di lui, tutta l’umanità che aveva idee chiare sulla strada da seguire per capirci dentro qualcosa in questa meravigliosa complessità che è la vita, diceva dunque quel filosofo: conosci te stesso. Il romanzo che scriveremo, ne sarà una conseguenza. Semplice e inevitabile. I lettori, se ne avremo, non so se capiranno il nostro impegno alla ricerca dei particolari.

continua il 16 marzo

Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.


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