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Tag: letture

POTREMO MAI PERDONARCI?

POTREMO MAI PERDONARCI?

di Maria Novella Lombardi Ci sono frasi che evocano in chi ascolta un’immediata adesione emotiva. Hanno in sé gli elementi di convalida di quanto enunciato, tanto da far apparire inutile ogni approfondimento critico. Capolavori della retorica, nella pubblicità costruiscono per il prodotto un primato di bellezza/desiderabilità associato a superiorità/qualità morali, in un binomio Kalòs Kai Agathos retaggio dell’antica Grecia. Si pensi ai natalizi panettoni e pandori capaci di generare magicamente buoni sentimenti. Una pretesa di veridicità che si estende oltre…

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Ode al cedro

Ode al cedro

di Mariachiara Ferraro O Cedro che occupi la finestra del mio risveglio: dal colore delle tue fronde indovino l’ora e la giornata. Ti immagino ancora seme in terre lontane, e poi, giovane di pochi metri, sradicato e imbarcato con altri compagni alla volta del ricco Occidente, deportato ad abbellire i giardini dei suoi nobili e borghesi… Hai viaggiato a lungo per approdare chissà come di fronte a casa mia. O meglio, io sono approdata di fronte a te, che c’eri…

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Regalo di Natale

Regalo di Natale

Nevica nell’oscurità. Mario è in piedi sopra il tetto di un garage, indossa un berretto di lana e una maschera da sub. La barba incolta, gli occhi verdi del padre.Mario era venuto alla luce trentuno anni fa, dodici giorni oltre il termine, non l’unico ritardo per lui. Sua madre, osservandolo crescere, diceva: forse gli manca un gradino per salire al primo piano, non importa, quello che conta è che sia un bimbo felice. Zio Gino, dal canto suo, asseriva che…

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L’attore

L’attore

Gli amici dell’Accademia preferivano i drammi, le sceneggiate, le commedie. Invece Volodì, un giovane che al cinema vedeva i film di Buster Keaton e Charlie Chaplin, aveva scelto di fare l’attore comico.– Volodì, sei sicuro? – gli disse il maestro di recitazione – Far ridere è la cosa più difficile che ci sia.– Ho detto che farò il comico – ribatté Volodì con aria corrucciata, e gli voltò le spalle.Era solo un ragazzo viziato o davvero sapeva il fatto suo?…

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Un angelo caduto

Un angelo caduto

Come giunsi fin qui, al limite del tempo e dello spazio, come mi piegai a questa mera condizione di reietto a me stesso, sotto quali perduranti incertezze il mio animo affogò nell’odio? Nemmeno ora, dopo innumerevoli ere, lo so.Io che ero parte di una schiera scelsi l’orda, io che amavo e lodavo odiai e svilii, io che osannavo e glorificavo denigrai e ingiuriai, non volevo cadere nell’errore eppure vi caddi. Oh, potessi trasformarmi in pietra, silente, immota, oppure congelare come…

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La scarpa

La scarpa

Stamattina ero a casa di Gigi, mio amico d’infanzia. Abita tuttora con i suoi vecchi, in una villetta di via Vico. Lui sotto e i genitori sopra. Lo sorpresi in garage, smontava un televisore del 1980. Ci abbracciammo a lungo, felici di rivederci dopo tanto tempo. Mi chiese perché fossi tornato. Nostalgia, risposi. Poi gli diedi una mano a completare l’autopsia alla vecchia TV.Spengo il telefonino. Il poliziotto con cui ho parlato ha chiesto di non muovermi da lì. Ma…

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Luna bianca (Mwezi)

Luna bianca (Mwezi)

Camminiamo da ore nella foresta, impaurite dagli alberi sbattuti dal vento e dai versi degli animali che non trovano quiete. Passo dopo passo il respiro si fa corto e la stanchezza ci rallenta.Dobbiamo raggiungere il fiume prima dell’alba e seguirne la riva fino alla città. E sarai salva.La luna piena brilla nel cielo africano e mi ricorda la notte in cui sei nata, dieci anni fa. Un grande disco bianco sopra al villaggio che pareva abbandonato. Si udivano solo il…

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Neve di febbraio

Neve di febbraio

Mi appare un’ombra lunghissima con un’aureola di luce, i capelli sulle spalle, le mani nelle tasche del cappotto, una ragazza in piedi davanti a un lampione. Non parla e io ho poco fiato, seduto su una panchina del Viale delle Cappelle.È una sera di fine inverno: il cielo nero come piombo, l’aria fredda e immobile e nessun passo sull’acciottolato. Mi sono allontanato dalle luci della città, dalle persone a cui non so più parlare e da quelle che non mi…

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E la neve scendeva fitta

E la neve scendeva fitta

Da settimane i ritmi lenti degli abitanti della cittadella erano sconvolti dall’agitazione. La poca disciplina, le uniformi trascurate, gli stivali sporchi di fango non passavano inosservati. Gli ordini gridati si perdevano nella confusione. Eliminare le prove! Evacuare prigionieri e soldati! Molti di loro erano già stati allontanati: la marcia della morte per sessantamila ospiti del campo. Denutriti, sfiniti, battuti dal vento. Quanti avrebbero retto? Si chiedeva Hans, una delle ultime reclute, biondo, di corporatura minuta, vent’anni, ma già vecchio lo…

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