Lo stile P.2

Lo stile P.2

GLI STILI, ne basterebbe uno

Ogni stile è personale e ognuno lo ricerca e lo costruisce a modo suo, su sé stesso, così come si confeziona un abito su misura.

Noi siamo lo stile. È il nostro carattere, e l’anima.

Non vi è niente di stabilito, nemmeno la grammatica. La conosciamo, ma il nostro stile potrebbe essere anche sgrammaticato, purché comunichi in modo efficace, si faccia intendere, e nel racconto susciti emozioni e interessi.

Grandi autori si sono espressi con linguaggi e stili poco ortodossi, vedi Celine. Forse per niente ortodossi. Leggendoli a nessuno verrebbe in mente di correggerli, anzi ci vien voglia di scrivere come loro.

Cancelliamo ogni classificazione e scriviamo. Scriviamo e basta. Come ci va. La cosa peggiore è essere condizionati e, nel caso di un insegnamento, condizionare. Il peggior insegnante è quello che impone come esempio il proprio modo di scrivere. Ognuno ha strutture mentali proprie. Partiamo da qui. Poi si vedrà.

A volte mi capita di trovare qualche giovane che afferma di aver usato un determinato stile per scrivere un racconto, di aver poi cambiato per un altro racconto. Caspita, che bravo! Direi che sarebbe meglio lavorare con umiltà fin dall’inizio. Solo quando avremo acquisito sicurezza attraverso un lavoro d’impegno costante, solo quando avremo capito chi siamo, capiremo come sono fatti gli altri. E, per quel che qui ci riguarda, la costruzione e l’uso di stili diversi.

 A questo punto metteremo l’abito che vogliamo, senza dare spiegazioni a nessuno. Nel pomeriggio i jeans, e alla sera lo smoking.

Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.


Continua il 18 novembre


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