POIROT INDAGA

POIROT INDAGA

POIROT INDAGA *

La colonna portante del nostro racconto di suspense è il protagonista: è necessaria una sua costruzione accurata, perché è il personaggio con il quale il lettore si identifica e si confronta. Nella maggior parte dei casi, ma non in tutti, coincide con il detective, colui che pratica la detection, l’indagine, che sia un professionista o un dilettante capitato per caso o per sua volontà nel cuore degli avvenimenti.

La rassegna dei grandi detective della storia del genere, divenuti immortali, usciti dalle pagine di origine e sopravvissuti ai loro autori ci porterebbe via molto tempo. Ma li conosciamo già quasi tutti, come se fossero nostri parenti: Poirot, Sherlock Holmes, Nero Wolfe, Maigret, il commissario Montalbano, eccetera. Qualcuno dalla straordinaria intelligenza, qualcuno dall’umanità rassicurante, molti con un compagno di avventure dalla personalità più modesta. Essenziale, per noi inventori di storie e persone, che ci sia lo spazio per uno sguardo sulla vita privata del protagonista, sulle sue manie, fragilità e punti di forza, oppure sul suo interessante passato. Un altro consiglio è che sia originale e abbia un lato stravagante come il commissario Adamsberg di Fred Vargas, il sognante “spalatore di nuvole” dagli abiti stazzonati o la paciosa signora Ramotswe di Alexander Mc Call Smith che beve litri di tè rosso nella sua agenzia investigativa in Botswana. Per non parlare dei dilettanti, sempre una risorsa: preti, zitelle, giornalisti, autori di programmi televisivi, vecchietti giocatori di carte…ciascuno troverà la propria strada e il proprio soggetto protagonista, che può anche diventare seriale. L’importante è che parta, per la sua indagine, dalle stesse condizioni di chi legge. Gli indizi e le prove scoperte devono essere accessibili, per il rispetto del patto tra lettore e scrittore, tranne eventualmente per qualche passaggio da lasciare misterioso, di cui peraltro fa abbondante uso anche Agatha Christie.

Attenzione in particolare a scrivere pochissimo di quello che i personaggi pensano o sentono, questo deve trasparire da quello che fanno o dicono. Lo show don’t tell, calibrato al taglio della storia, funziona anche nel giallo. Non spiegare i sentimenti, ma le cose. Mai dire: “Si emoziona”, descrivere le azioni, attraverso queste si arriva ai sentimenti.

Un esempio, la descrizione di un clochard in Alessandro Robecchi:

Spinge a piccoli strappi nervosi un carrello del supermercato che si incastra malamente nelle fessure del marciapiede, traballa, si inclina. Lui, si inclina anche lui, come i sacchetti e gli stracci nel carrello, sembra lì lì per cadere da un momento all’altro.

* Agatha Christie  1924

Angela Borghi, medico, ha lavorato in ospedale e ora si dedica alle sue passioni, soprattutto scrivere. Ha partecipato ad antologie di racconti e pubblicato quattro romanzi gialli: Delitto al Sacro monte, I misteri del convento di Casbeno, Che domenica bestiale e La ragazza con il vestito azzurro.


continua il 1 febbario 2024


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