Sole pigro
È l’alba, Lilly, una femmina di cuculo dal dorso cenerino, si sveglia con le piume intirizzite dal freddo. Attende che il sole la accarezzi con i suoi raggi dorati e socchiude gli occhietti pregustando il suo tepore. Niente. Alza lo sguardo al cielo: cumuli di nembi si spostano minacciosi da nord-ovest e si ammucchiano sopra di lei. Si sgranchisce le ali e le frulla per riscaldarsi.
Poi si dà la spinta con le zampette e spicca il volo dal ramo dell’ontano dove si era riparata e sparisce tra le fronde degli alberi vicini, alla ricerca di un nido e di una madre adottiva che si prenda cura dell’uovo che porta in grembo.
E attirata dal fruscio di un cespuglio di tasso. Con un movimento rapido si appoggia su un sambuco di fronte, e dà una sbirciatina.
Tra le foglie appuntite scorge una capinera dal capo color ruggine. Ha un rametto stretto nel becco e allestisce un morbido giaciglio: è talmente concentrata che non si accorge di essere osservata.
Lilly ne valuta la costruzione, e considera che non sarà completata in poco tempo. Così riparte con un salto leggero.
Lascia il bosco e va verso le sponde di un fiume. In lontananza scorge un forapaglie intrufolarsi tra le fitte canne.
Si avvicina quanto basta per scoprire il nido. L’uccellino però non vola subito al suo nascondiglio, si mette invece su un bambù e controlla che nessuno lo veda.
Lilly conosce questa tecnica, e rimane a debita distanza, ma nell’istante in cui il forapaglie apre le ali diretto alla sua tana, il suo sguardo viene abbagliato dal riverbero del sole sull’acqua. Le nubi sono sparite, proprio adesso!
Quando rimette a fuoco, il volatile è scomparso.
Beh, almeno ora si può scaldare, e si concede un istante per recuperare le forze.
Ancora una volta l’occasione è sfumata, ma non si perde d’animo. Ne troverà un’altra.
di Olga Riva Rovaglio, illustrazione di Silvia Gabardi
Il racconto del giorno feriale (dagli autori della nostra scuola di scrittura SCRIVERE IL CORTO)
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