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Tag: Gian Paolo Zoni

Regalo di Natale

Regalo di Natale

Nevica nell’oscurità. Mario è in piedi sopra il tetto di un garage, indossa un berretto di lana e una maschera da sub. La barba incolta, gli occhi verdi del padre.Mario era venuto alla luce trentuno anni fa, dodici giorni oltre il termine, non l’unico ritardo per lui. Sua madre, osservandolo crescere, diceva: forse gli manca un gradino per salire al primo piano, non importa, quello che conta è che sia un bimbo felice. Zio Gino, dal canto suo, asseriva che…

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Un angelo caduto

Un angelo caduto

Come giunsi fin qui, al limite del tempo e dello spazio, come mi piegai a questa mera condizione di reietto a me stesso, sotto quali perduranti incertezze il mio animo affogò nell’odio? Nemmeno ora, dopo innumerevoli ere, lo so.Io che ero parte di una schiera scelsi l’orda, io che amavo e lodavo odiai e svilii, io che osannavo e glorificavo denigrai e ingiuriai, non volevo cadere nell’errore eppure vi caddi. Oh, potessi trasformarmi in pietra, silente, immota, oppure congelare come…

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La scarpa

La scarpa

Stamattina ero a casa di Gigi, mio amico d’infanzia. Abita tuttora con i suoi vecchi, in una villetta di via Vico. Lui sotto e i genitori sopra. Lo sorpresi in garage, smontava un televisore del 1980. Ci abbracciammo a lungo, felici di rivederci dopo tanto tempo. Mi chiese perché fossi tornato. Nostalgia, risposi. Poi gli diedi una mano a completare l’autopsia alla vecchia TV.Spengo il telefonino. Il poliziotto con cui ho parlato ha chiesto di non muovermi da lì. Ma…

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Nuvola Rossa

Nuvola Rossa

Il giorno in cui Nuvola Rossa si inoltrava nel bosco dietro Villa Toeplitz per tornare a casa,io e Cavallo Pazzo ce le stavamo suonando di santa ragione. Il successo nella lotta garantiva il diritto di chiedere a Nuvola Rossa, Mara nella realtà, di diventare la ragazza del vincitore. Si era trasferita con la famiglia pochi giorni dopo la fine della scuola, io e Aldo giocavamo a muro, lei si avvicinò, prese dalla tasca posteriore dei pantaloncini un mazzo di figurine…

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Ridammi il sole

Ridammi il sole

Il parcheggio dell‘ipermercato di Gallarate è pieno. Antonio aspetta che si liberi un posto, non ha fretta. La mattina si era svegliato presto, poco abituato a dormire solo. Seduto sul letto di lenzuola fradicie, aveva preso la pistola d’ordinanza dal comodino e spinto la canna in gola fino a farsi lacrimare gli occhi. Ripeteva quel gesto da giorni, senza decidersi. Sua moglie Anna lo aveva lasciato.Antonio era una guardia giurata, lei commessa in un centro commerciale. Sì, a volte era…

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La Luna curiosa

La Luna curiosa

La rivista di giardinaggio a cui è abbonata mia moglie arriva ogni primo mercoledì del mese, puntuale come l’orticaria quando mangi fragole selvatiche prima di lavarle a dovere. Un bollettino postale da 40 euro per 12 numeri, tutti verdi. Sulla terza di copertina pubblica una poesia scritta dagli stessi lettori.Di solito non la guardo neanche, ma ieri era sul tavolino in soggiorno, accanto alla poltrona dove mi ero seduto in attesa che la mia dolce consorte terminasse i preparativi per…

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Il re marziano

Il re marziano

Io sono il Nero. Le dita sporche di terra stringono la testa del cavallo. Osservo il Bianco. Occhi scuri come la madre, poco più alto di uno stocco di granturco ai primi di giugno. Sandy, dodici anni, mia nipote. Giochiamo a un tavolo del pub di Bud, sulla End Street. Il televisore è sintonizzato su un nuovo canale che trasmette notizie 24 ore su 24. Notizie dall’Iraq. Stiamo vincendo.Se avanzo in C7, in due mosse sarà scacco matto. Lascio la…

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La torta di mirtilli

La torta di mirtilli

Se metto a fuoco il bosco di aceri più a sud, il ferro sbiadisce, indistinto, poi scompare.Mi chiamo Jack London. Già, come lo scrittore. Vivevo a Maville in Ohio, ho trascorso lì gran parte della mia esistenza. Possedevo una casa, un cane, a cui ho avuto il buon senso di affibbiargli il nome di Prince, e una moglie, Vera. Abbiamo condiviso quasi trent’anni insieme, c’erano giorni buoni e, come è giusto che sia, giorni meno buoni. Questi ultimi li ricordo…

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La stella della Mercedes

La stella della Mercedes

È quell’ora particolare in cui la notte ha appena abbandonato le sue vesti sul mondo e il giorno non le ha ancora raccolte. Jack stringe nelle mani sudate il volante color avorio della Mercedes cabrio di Fat Boy, lo sguardo chimico di chi ha ingoiato anfetamine, gli occhi incollati sulla stella a tre punte che come un faro emerge dal cofano e gli indica la via: sempre dritto davanti a sé.Jenny, la spogliarellista del Garden, con quella voce roca e…

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