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Tag: annarosa confalonieri

Una tranquilla domenica di guerra

Una tranquilla domenica di guerra

“Una bella giornata, Agnese. Da tempo non ci concedevamo una gita in barca. Qui a Villagrazia ho respirato aria buona con te e i nostri figli. La settimana prossima ci torniamo con qualche amico, un pranzo in compagnia. Ti va?” Seduto sul dondolo in terrazza, la testa di lei appoggiata sulla sua spalla, gli occhi socchiusi, respira l’odore del sale tra i capelli ancora umidi dell’ultimo bagno, le sfiora il collo con un bacio e si alza con indolenza domenicale….

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Il cavallino rampante

Il cavallino rampante

I caccia si rincorrono e si sfuggono tra virate e cabrate. Mitraglia puntata, giro della morte e via. Alle spalle una scia di fumo. Abbattuto! Non sempre il nemico muore. Forati a più riprese i serbatoi, il nostro Cavallino rampante costringe un pilota rivale a scendere. Anche il vincitore atterra e gli si pone accanto. È un segno di rispetto. Si sincera che sia illeso e gli stringe la mano. Coglie l’espressione avvilita e gli fa coraggio. È un giovane…

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Pasqua 1985

Pasqua 1985

La primavera del 1985 era esplosa all’improvviso dopo un inverno rigido e nevoso. Nel giardino di casa le camelie spargevano petali rossi ai loro piedi. La magnolia, alta oltre il balcone, apriva in anticipo i grandi fiori bianchi e il profumo intenso entrava dalle finestre della sala, lasciate socchiuse per far entrare il tepore del sole. Papà aveva dato il primo taglio della stagione al prato e si preparava a grigliare il pesce e le verdure. Mamma infornava le costine…

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E la neve scendeva fitta

E la neve scendeva fitta

Da settimane i ritmi lenti degli abitanti della cittadella erano sconvolti dall’agitazione. La poca disciplina, le uniformi trascurate, gli stivali sporchi di fango non passavano inosservati. Gli ordini gridati si perdevano nella confusione. Eliminare le prove! Evacuare prigionieri e soldati! Molti di loro erano già stati allontanati: la marcia della morte per sessantamila ospiti del campo. Denutriti, sfiniti, battuti dal vento. Quanti avrebbero retto? Si chiedeva Hans, una delle ultime reclute, biondo, di corporatura minuta, vent’anni, ma già vecchio lo…

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Appuntamento con la felicità (ovvero i colori dell’amore)

Appuntamento con la felicità (ovvero i colori dell’amore)

Ma chi l’ha detto che l’amore è rosso?Isotta pensava a questo mentre cercava di buttar giù le prime righe del suo “corto”. Non aveva mai amato i luoghi comuni e ora, proprio su uno dei più comuni, quasi un assioma, doveva scrivere qualcosa. Avrebbe potuto raccontare della sua gatta rossa: l’affetto per i propri animali non è una forma d’amore?Non era nemmeno il suo colore preferito e d’istinto avrebbe scritto la confutazione del tema. Se le avessero chiesto di associare…

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Green card

Green card

Stanotte c’è stato il temporale. Il cielo è ancora grigio e intorno tutto dice che l’autunno è alle porte: lo dice il calendario appeso alla parete, lo annunciano le colline sopra la città che sfoggiano nuovi colori e i negozi che espongono abiti in maglia accanto a ciò che resta dei saldi estivi. Il passaggio di stagione è vicino, ma a lei piace quest’atmosfera sospesa, incerta. Ben si sposa con un carattere indolente. L’aria frizzante del mattino le spettina i…

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Risveglio

Risveglio

La sveglia suona alle 6:30. Non sono più abituata a quel suono. È un martello per i timpani dopo le lunghe vacanze forzate, come chiama mia madre il lockdown. Ho ancora la radiosveglia di quando abitavo con i miei, di marca ignota, un cubo nero con un piccolo adesivo a forma di cuore datato tempi della scuola. Allungo il braccio, cerco il tasto e disattivo la suoneria. Il dito sfiora un angolo sbeccato. Sensazione di ruvido. Mi alzo, spalanco le…

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Capodanno in montagna

Capodanno in montagna

La salita alla baita non finiva mai. Le ruote della Panda 4×4, un modello di dieci anni fa noleggiata in aeroporto, tradivano una scarsa aderenza al terreno coperto da un sottile strato di ghiaccio. Lisa guardò il cellulare: poco campo. Anche il navigatore le era di scarso aiuto: non riconosceva il percorso, ma la voce, che la invitava a svoltare indietro appena possibile, le teneva compagnia. ”Speriamo di non rimanere a piedi in questo deserto bianco”. Pulì con la mano…

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1958

1958

Sua mamma amava il blu. Erano blu i cappottini e gli abitini di velluto con colletti di pizzo bianchi che indossava le domeniche d’inverno per andare a Messa, la cartella di scuola e gli occhi della bambola regalata ad ogni compleanno: tutto era blu. Loretta era stata una bambina abituata alle buone maniere, ubbidiente e cortese, di indole docile, mai con le mani sporche o le ginocchia sbucciate; come conveniva alla figlia maggiore del maestro del paese. Aveva anche una…

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